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Il CdM ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo che attua la delega di cui alla Legge n. 70/2024. Potenziato il servizio telefonico 114

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Lo stato di attuazione del Programma di Interventi programmato con il decreto interministeriale del 2014 e successivi aggiornamenti

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La disciplina della fattispecie: soggetto attivo e passivo, condotta, rapina propria e impropria, aggravanti speciali e profili processuali

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Nel ranking sulla libertà di stampa il nostro paese indietreggia, con i giornalisti che cedono all’autocensura: a intricare ulteriormente la situazione c’è la recente ”legge bavaglio”

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È illegittimo il licenziamento se il lavoratore attua forme di protesta alternative allo sciopero (Cassazione n. 9526/2025)

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Le più innovative funzionalità di intelligenza artificiale generativa applicate al patrimonio esclusivo di contenuti d’autore multidisciplinari Wolters Kluwer e alle vaste fonti di documentazione ufficiale.

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Ritardi cronici nella fissazione delle udienze, improvvise sospensioni delle stesse per mancanza di giudici, ruoli congelati, rinvii delle udienze superiori a 18 mesi, gravi disfunzioni del sistema informatico

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La riserva di futura formazione di atto pubblico ben può avere funzione meramente riproduttiva di una precedente definita compravendita e non è in sé indicativa della ricorrenza di un preliminare. Così ha stabilito la seconda Sezione civile della Suprema Corte di cassazione con l’ordinanza del 22 aprile 2025, n. 10454.

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Pronunciandosi su un caso “rumeno” in cui si discuteva della legittimità della condanna inflitta in sede penale a tre giudici per il reato di abuso d’ufficio, la Corte EDU ha escluso, all’unanimità, che vi fosse stata la violazione dell’articolo 7 (nulla poena sine lege), della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il caso, come anticipato, verteva sulla mancanza di prevedibilità della legge penale lamentata dai ricorrenti, giudici condannati per abuso d’ufficio. Al pari dei giudici nazionali, la Corte ha rilevato che…

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Un caso emblematico, spesso riscontrato nella realtà condominiale, è quello della costruzione di una veranda da parte di un condomino per proteggersi dalla curiosità dei vicini, operazione da considerare illecita se compromette il diritto del condomino dell’unità immobiliare soprastante di esercitare la veduta in appiombo, cioè il diritto di affacciarsi e guardare direttamente verso il basso, fino alla base dell’edificio, senza ostacoli che ne limitino la visuale. È quanto confermato dalla Cassazione civile con ordinanza n. 10942 del 26 aprile…

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